Ipertensione

Pressione arteriosa alta

La pressione alta è un disturbo molto frequente. Più è alta la pressione sanguigna, maggiori sono le difficoltà per il cuore, che dovrà costantemente pompare contro un’elevata resistenza. In questo modo il muscolo cardiaco si logora e si indebolisce.
Conseguenze frequenti dell’ipertensione sono ictus cerebrali e infarto. I sintomi complementari sono il mal di testa, vertigini, stanchezza elevata e uno stato di generale malessere.

Chi soffre di pressione alta, generalmente produce pensieri o immagini mentali di continua eccitazione, creatività, necessità dinamica. Se non li può tradurre in azione, resta continuamente “sotto pressione”, come una pentola in ebollizione il cui coperchio soffoca i movimenti dell’acqua fino allo straripamento irrimediabile e incontrollato. Anche l’iperteso, come l’ipoteso, evita il conflitto e, pur riconoscendone le dinamiche, non arriva mai alla soluzione diretta: devia la propria attenzione su vari oggetti che distraggono sia lui sia il suo interlocutore.
L’ipoteso per evitare il conflitto si chiude in se stesso e si “ritira” nell’inconscio; l’iperteso si butta nell’azione, nel super dinamismo. Il soggetto iperteso ha vissuto la propria infanzia e adolescenza sotto tensione “costretto” dai genitori, dalla vita in collegio o a intraprendere un percorso scolastico diverso da quello che desiderava.
Non ha ricevuto coccole o gratificazioni, è stato in qualche modo alienato da se stesso. Ha incarnato i desideri genitoriali, non i propri, e ha dovuto adeguarsi a situazioni che avrebbe volentieri evitato. Statisticamente parlando, le donne soffrono più di pressione bassa, mentre gli uomini di pressione alta. L’aggressività repressa che si cela dietro l’ipertensione, viene canalizzata da un buon autocontrollo che, però, se non viene monitorato e condotto alla consapevolezza della propria espressività, può portare a patologie cardiache.

Lo stato d’animo a cui si fa riferimento per l’ipertensione corrisponde all’essenza floreale I., il cui principio fondamentale si riferisce a un ritmo interiore elevato, ossia la tendenza inconsapevole di voler realizzare e ottenere tutto subito. L’impossibilità di non poter raggiungere tale obiettivo nei tempi soggettivamente congeniali, crea un elevato stato di tensione emotiva; questo stato d’animo protratto nel tempo genera uno stato d’ansia, che può sfociare a livello somatico nell’ipertensione; la persona ipertesa si sente sempre sopravvalutata, ma non vuole cedere alle troppe tensioni, così non si da né alla fuga, né all’attacco, generando un conflitto interiore, che si manifesta con l’ipertensione .

Questo stato d’animo può estendersi in altri stati quali la tensione relativa ai pensieri e alle immagini ripetitivi, non desiderati W.C., la compulsività a ripetere gli stessi errori dai quali non impara C.B., la repressione volontaria della propria emotività C.P., l’eccessivo desiderio di riconoscersi nel lavoro, rendendolo uno stakanovista che non conosce riposo.

NOTA BENE: Questo testo è tratto dal libro Aleternativamente “funzioniamo” così, Eremon Edizioni, è privato e protetto da ©Copyright.
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