La guarigione è un processo

prettamente soggettivo e di durata variabile

La guarigione è un processo di durata variabile
La guarigione è un processo di durata variabile

Con la medicina allopatica la guarigione avviene a livello fisico; nella sfera psichica la guarigione avviene quando il soggetto, elaborando la causa della nevrosi, “supera i suoi fantasmi” o nel caso di psicosi quando i sintomi vengono ridotti. Con la floriterapia, la guarigione giunge parallelamente all’evoluzione del soggetto e al rientro dei disturbi delle altre due sfere.
Pertanto, il compito degli “addetti ai lavori” dovrebbe essere quello di unificare il meglio della scienza con il meglio degli approcci terapeutici alternativi o di origine non occidentale allo scopo di guidare chiunque verso la salute. Ponendoci nuovi interrogativi, potremmo vedere un nuovo e più ampio orizzonte scientifico, un orizzonte che si estende ben al di là della nostra attuale visione dell’essere umano.
Guarire da una malattia richiede un notevole e coscenzioso lavoro: proprio ciò che non avviene quando ci si ammala! Prima però, bisogna dare una definizione consona dello stato di salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha definito il concetto generale di “salute” come valore essenziale: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non è solo l’assenza di malattie e infermità, il raggiungimento
dello stato di salute ottimale è un diritto umano fondamentale”.
Per la Costituzione Italiana la salute è pari al benessere psico-fisico e sociale di un individuo; io aggiungerei anche al benessere emotivo, senza il quale le altre tre “sfere” non possono godere della salute. Essa è quindi uno stato di equilibrio armonico che l’individuo instaura con la natura, la società e con se stesso.
Evidenziamo ora come la coscienza, in medicina allopatica, non assuma nessun ruolo. La medicina ufficiale crede che la malattia sia un puro evento casuale, meccanicamente provocato da cause batteriche, ambientali, metaboliche o genetiche, che alterano il “meccanismo biochimico” umano; non viene dato alcuno spazio alla comprensione del “significato” o “senso” della malattia.
A questo punto ci si pone la domanda di come mai nelle grandi epidemie della storia non tutti si ammalavano? Forse perché comunque ci deve essere una predisposizione dell’individuo a creare un “ambiente” favorevole allo sviluppo e alla proliferazione di determinati agenti come i virus o i batteri. Mi riferisco allo stato d’animo creato da un ambiente ostile a cui non tutti emotivamente cedono. Durante le epidemie non tutti si ammalavano perché nonostante le avversità igieniche o le carenze alimentari, alcuni soggetti mantenevano in equilibrio il controllo emozionale, di conseguenza il corpo energetico. Per logica di quanto detto finora il corpo fisico rimaneva in salute.
“Quello che oggi è scienza, potrebbe essere sorpassato domani; non fissatevi dunque ciecamente sulla scienza”.

NOTA BENE: Questo testo è tratto dal libro Aleternativamente “funzioniamo” così, Eremon Edizioni, è privato e protetto da ©Copyright.
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Donatella Su Whatsapp

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