Gotta
È una malattia dovuta a disturbi del metabolismo purifico, per cui si ha accumulo di acido urico nei tessuti. Si manifesta con tumefazione dolorosa, comparsa di nodosità sottocutanee e nelle articolazioni.
Nel linguaggio psicosomatico significa sentirsi minacciati in merito ai propri bisogni di sicurezza. I soggetti che soffrono di gotta pretendono da se stessi livelli di prestazione elevatissimi; sono ambiziosi e dominanti sugli altri. Sono costantemente in uno stato di tensione, la malattia è sintomo di perdita: infatti, compare in seguito a vissuti di perdita per esempio della salute, della patria, di una persona cara, del lavoro.
Il malato di gotta è un soggetto che si stima poco; si sottovaluta ed è un perfezionista perennemente insoddisfatto di sé.
Cerca riconoscimento e gratificazione e pretende da se stesso la perfezione. Viene considerato, secondo i parametri sociali e materiali, una persona di successo, ma egli si sente insoddisfatto e vuoto.
Lo stato d’animo a cui si fa riferimento per la gotta è rappresentato dall’essenza R. W., in associazione allo stato d’animo di chi pretende molto da sé anche quando raggiunge dei buoni risultati. Non è mai soddisfatto, rimanendo convinto di poter certamente fare di più e meglio. V., nel caso di gotta, è utile quando è presente la brama di potere e successo e un’eccessiva ambizione, oltre che il dominio verso gli altri, che sono “usati” come strumenti atti al raggiungimento dei propri scopi. V., per il principio transpersonale, è utile anche come applicazione locale perché agisce sul liquido in tensione. In ultimo, l’essenza L. riporta in equilibrio la scarsa stima di sé che induce il soggetto a prendere sempre più in quanto poco soddisfatto di sé.
NOTA BENE: Questo testo è tratto dal libro Aleternativamente “funzioniamo” così, Eremon Edizioni, è privato e protetto da ©Copyright.
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