Glaucoma
Nel linguaggio psicosomatico significa che il paziente ha perso, attraverso gli occhi, il contatto con il mondo. Con il glaucoma cala un velo sugli occhi e il malato non può più percepire il mondo esterno, ma anche da fuori non è più possibile percepire il suo mondo interiore. La finestra dell’anima è oscurata. Il soggetto si nasconde e si ritrae in se stesso. Chi ha delle affezioni agli occhi ha spesso uno sguardo vuoto, indifferente, non comunicativo. La causa principale è la paura e, interiormente, questi soggetti si sono precocemente rassegnati. Sono amareggiati per un evento che è stato fortemente traumatico per loro. Probabilmente ostilità, percepita da parte dei genitori, e odio, che hanno subìto senza riuscire a contrastarlo. I soggetti si sentono fortemente sotto pressione e bloccati nell’espressione della propria aggressività, sono ipocondriaci e depressi. Generalmente, provengono da famiglie numerose in cui qualcuno chiamava il medico anche se non era necessario o si lamentava sempre di essere stanco o ammalato e vi era una tendenza all’ipocondria.
Lo stato d’animo a cui si fa riferimento per chi è affetto da glaucoma è rappresentato dall’essenza Clematis, in relazione al ritiro in se stesso nel tentativo di autoescludersi dal mondo. In genere, i soggetti che hanno problemi di vista e di udito si estraniano, per mezzo della malattia, dal mondo che percepiscono “lontano” e duro rispetto al loro modello ideale. Quest’ultimo aspetto ci riporta all’essenza W. R., che incide sull’apatia e il rifiuto di desiderare, in quanto questo può portare a sofferenze e delusioni. Pur “ritraendosi” dalla realtà e rifugiandosi in un mondo interiore idealizzato fatto di sogni (tipico di Clematis), possono cadere in depressione, diventare pessimisti e ipocondriaci; le essenze G. e C. A. possono agire da riequilibratori di tali manifestazioni.
NOTA BENE: Questo testo è tratto dal libro Aleternativamente “funzioniamo” così, Eremon Edizioni, è privato e protetto da ©Copyright.
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